Seychelles

Le Seychelles sono isole considerate fra le più belle dell’Oceano Indiano e tra le più affascinanti del mondo. Corrispondono esattamente all’immagine che sognate quando pensate a un paradiso tropicale; l’unica differenza è che nella realtà sono ancora meglio. Purtroppo, questo paradiso ha un prezzo: le possibilità di sistemazione a prezzi economici sono davvero scarse, e pratiche sportive come un’immersione tra i pesci alleggeriranno di certo il vostro portafogli. Le attività più interessanti nelle isole sono sicuramente le immersioni e la vita da spiaggia, ma consigliamo anche di non perdervi i curiosi animali, gli uccelli, le insolite piante e una scalata alle stupende montagne.

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La Geografica

Le Seychelles sono uno stato insulare dell'Oceano indiano, parte del continente africano, situato a nord-est del Madagascar e circa 1500 km ad est delle coste del Kenya e della Tanzania, a cavallo dell'Equatore. Nonostante la superficie di soli 459 km² (dei quali un terzo spetta all'isola di Mahé e un altro terzo al gruppo di Aldabra), 202° stato per superficie, le Seychelles occupano una Zona Economica Esclusiva di ben 1374000 km², situata grossomodo fra 4ºS and 10ºS and 46ºE and 54ºE, col punto più settentrionale rappresentato dall'isola di Aride, quello più meridionale dall'isola di Goelette (nel Gruppo Farquhar), quello più orientale dall'isola di Coëtivy e quello più occidentale da West Island, nel Gruppo di Aldabra. L'arcipelago delle Seychelles fa parte del pianoro delle Mascarene: la maggior parte delle isole ha origine granitica (anziché vulcanica o corallina come la maggior parte degli arcipelaghi dell'Oceano Indiano) e molto antica, databile a circa 750 milioni di anni fa (periodo Precambriano). Effettivamente, queste isole andrebbero considerate come parte di un microcontinente, formatosi dall'allontanamento del Madagascar dalla placca indiana fra i 90 e i 66 milioni di anni fa, fenomeno che ha portato anche altre conseguenze osservabili a tutt'oggi, come i trappi del Deccan formati dal punto caldo di Réunion: in questo senso, le Seychelles vennero portate come esempio da Alfred Wegener per dimostrare la teoria della deriva dei continenti.

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Storia & Cultura

Si pensa che almeno alcune isole delle Seychelles possano essere state visitate da navigatori austronesiani-malesi sulla rotta per il Madagascar attorno al 200-300 a.C., così come da marinai maldiviani o arabi durante le esplorazioni a scopo commerciale dell'Oceano Indiano. In un manoscritto arabo datato 851 d.C. vengono menzionate le Maldive e genericamente altre isole poste oltre queste ultime, probabilmente le Seychelles. Sebbene gli arabi commerciassero il pregiato frutto del coco de mer, endemico di alcune isole di questo arcipelago, moltissimi anni prima della loro scoperta, si è più propensi a ritenere che essi lo ottenessero a partire da frutti caduti e trascinati dalla corrente in Indonesia o alle Maldive una volta decompostisi, piuttosto che andarlo a cercare direttamente sulle isole. La scoperta vera e propria delle Seychelles da parte degli europei viene generalmente datata 1502, quando l'ammiraglio portoghese Vasco da Gama, in viaggio verso l'Africa orientale dall'India, avvistò alcune isole che vennero a lui intitolate, le Amirantes o "Isole dell'Ammiraglio": sulle mappe portoghesi, le Seychelles cominciano ad apparire col nome di "Sette Sorelle". Bisognerà però attendere il 19 gennaio 1609 prima che degli europei mettano piede alle Seychelles: la nave della Compagnia britannica delle Indie orientali Ascension, infatti, sulla rotta per l'India venne costretta da una tempesta a deviare trovando rifugio in una baia di un'isola dell'arcipelago, che si dimostrò disabitata ma ricca di acqua e di cibo, in particolare tartarughe giganti. L'equipaggio, rifocillatosi, rientrò in patria riferendo l'accaduto, senza che però vi venisse prestata attenzione. Verso la fine del XVII secolo l'arcipelago divenne un covo di pirati provenienti dal mar dei Caraibi, come testa di ponte per le razzie ai danni delle imbarcazioni che percorrevano la rotta Europa - Mar Rosso - Golfo Persico - Estremo Oriente cariche di merci preziose. Per contrastare quest'attività l'energico governatore della prospera colonia di Isle de France (oggi Mauritius), Bertrand-François Mahé de La Bourdonnais, nel 1742 commissionò a Lazare Picault di mappare con accuratezza il tratto di mare fra il Madagascar e l'India: il 21 novembre di quell'anno, Picault, con le navi Charles ed Elisabeth, gettò l'ancora ad Anse Boileau (e non a Baie Lazar, erroneamente ritenuta punto d'approdo della spedizione, tanto da nominarla in tal modo proprio in onore del presunto scopritore), trovando un ambiente paradisiaco e ricco di risorse, tanto da nominare la terra scoperta Ile d'Abondance ("isola dell'abbondanza"). Rientrato alla base, Picault venne nuovamente inviato in missione nel 1744 per una mappatura più accurata dell'arcipelago: rivisitò l'Ile d'Abondance, ribattezzandola Mahé in onore del governatore, e scoprì anche le isole di La Digue (inizialmente battezzata Ile rouge, "isola rossa"), Praslin (battezzata Isle des Palmes, "isola delle palme") e Frégate, collettivamente battezzate come Iles de La Bourdonnais. Sia Picault che La Bourdonnais avevano progetti ambiziosi per l'arcipelago, tuttavia la deposizione del governatore nel 1746 mise fine a qualsiasi iniziativa.

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